Il cablaggio di un edificio, in un momento in cui la domotica e la “connessione” totale sono ormai realtà, è un’operazione delicata e da progettare con la massima cura e professionalità. Anche se non si è particolarmente esperti si possono prevedere alcuni aspetti o procedure a garanzia di un buon risultato.
Il primo e più importante fra tutti è la richiesta di certificazione di tutta la rete effettuata con lo strumento apposito tarato; tale certificazione che non si limita a quanto prescritto dal decreto 37/2008 ma, attraverso vari test, analizza tutti i parametri fisici e prestazionali dei collegamenti, in particolare almeno: mappatura, lunghezza del cavo, attenuazione del segnale, NEXT, ACR, resistenza del cavo, delay, delay skew, return loss, NEXT powersum. La richiesta di tale certificazione esclude la realizzazione di impianti “artigianali” e garantisce durata e stabiliotà del segnale.
Il secondo aspetto riguarda la “categoria” che deve almeno CAT. 6 (o superiore); categorie inferiori, come ad esempio la CAT. 5e o peggio ancora CAT.5 sono obsolete e hanno standard di trasmissione inadeguati. Questo significa che tutte le attrezzature dovranno essere adeguate alla CAT. 6.
Il terzo riguarda le eventuali connessioni tra plessi: tali connessioni, specie in presenza di laboratori nei plessi, devono essere previste in fibra ottica.
Riguardo la connessione wi-fi, nell’attesa dell’entrata in vigore normativa europea che in Italia non è stata ancora recepita, è bene prevedere la possibilità di “spegnere” singolarmente tutti gli apparati di trasmissione del segnale quando non servono (quindi se un access point è installato correttamente ad almeno 2,5 metri dal pavimento deve comunque essere possibile comandarlo con un interruttore).
Riepiloghiamo le richieste che dovete considerare TASSATIVE:
- Certificazione con strumento tarato;
- Categoria 6 o superiore;
- connessione in fibra ottica tra edifici diversi;
- comando singolo attrezzature trasmissione segnale.